Tre fili d'attesa di Maria Pina Ciancio

 Una recensione di Maria Allo

Roberto Lacava, San Severino Lucano (particolare)

I Tre fili di attesa, a cui allude il titolo della nuova raccolta di Maria Pina Ciancio, sono le attese e i legami non solamente tra le persone, ma i legami alla terra, a un paese, ai ricordi, alla storia. L’autrice lavora, nelle diverse forme del suo impegno, intorno a due nuclei: realismo e simbolismo. È infatti sempre presente la realtà connessa all’infanzia, alla solitudine, al mito dell’indistinto in fondo alla nostra coscienza, alla terra a cui si riconnettono i riti delle stagioniche permangono nella memoria come indelebile matrice esperienziale, ma la realtà è sempre vista in chiave simbolica, viene trascolorata in immagini metaforiche che connettono i dati del reale a trame più complesse. La ricerca di un’intimità con la natura spinge l’autrice ad addentrarsi nel paese natale, San Severino Lucano, luogo della purezza, che racchiude la verità e non impone delle scelte ma disegna le coordinate del tempo dell’attesa, come dice Anna Maria Curci nella nota introduttiva: “Abbiamo tre fili d’attesa / annodati al calendario del camino /: a bona sciorta / nu’ lavoro ca cunta // u capattiempo ca vene sempre chiù luntanu” (p.8). Ecco la buona sorte, un lavoro che vale, l’autunno che arriva sempre più tardi, nella cultura popolare e nel mondo arcaico e contadino emergono come depositari di un senso dell’esistenza ormai perduto nella condizione alienata della società. Scrivere, come dice Pavese, è spostarsi lungo un percorso continuo tra l’io e il mondo, resta sempre partire dalla realtà, dal dato storico-sociale, personale o collettivo, saranno poi il linguaggio, il ritmo, la qualità fantastica a operare la trasformazione grazie alla quale s’intrecciano altri nessi, analogie, similitudini, metafore. Alle parole scritte è affidato il compito dunque di ricompaginare la solitudine in una comunione: Talvolta basta uscire per strada/ per riannodare gli orli/ sfilacciati di un pensiero” (p.6). A partire da questo,il cammino dell’autrice diviene sguardo all’invisibile di un Sud mitico “non fanno rumore i paesi d’inverno/ e il giorno e la notte passano zitti” ( p.8) o ”Le parole dette bene in paese/ sono peccati senza riparo/ un gatto randagio/ da scacciare a pedate per strada” (p.9) e cura delle cose e degli altri “ Qui i vecchi hanno la schiena stanca/ appoggiata al muro delle case/ e si raccontano storie condivise/ di veglie e sonni mai saziati”(p.9) con gli stessi occhi con cui ci si sofferma a considerare, pieni di stupore, il divino di boschi, alberi, rane e farfalle , paesi. Infine,questa ricerca di esperienza poetica soggettiva del mito dell’autrice, con mirabile capacità di sintesi, si traduce in un messaggio universale: “Siamo nidi sfilacciati sugli alberi d’inverno/ le guance rosse e gli occhi aperti al cielo” e la raccolta si configura come un’esplicita dichiarazione di poetica, dove Maria Pina Ciancio enuncia le connotazioni della parola della poesia: ”Ho un cielo d’inverno da inseguire/ risvegli e riverberi di resine/ memorie di partenze e di ritorni/ benigne solitudini. La chiusura travalica il fenomeno dell’atemporalità dell’atto poetico con un forte e preciso messaggio: ”Sulla via che ci incontra/ il vento sale e a te mi del riconduce” (p.11), ovvero la parola poetica continua a manifestarsi alla ricerca delle sue radici e al tentativo di rompere il cerchio della solitudine attraverso Tre fili d’attesa. Dietro la veste realistica, la ricerca di un linguaggio attento e calibratissimo, contraddistinto dal dialetto del paese natale dell’autrice, conferisce all’opera una voce inconfondibile, là dove “Timpa del Diavolo è meridiana senza tempo”, come dice Anna Maria Curci ed è chiaro dunque quanto la ricerca di un linguaggio, di uno stile sia funzionale al valore morale della comunicazione letteraria.

Maria Allo

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Tre fili d'attesa
MARIA PINA CIANCIO
Con una stampa di Stefania Lubatti, contributi interni di Anna Maria Curci e Abele Longo
Edizioni LucaniArt, settembre 2022

Riferimento web dell'autrice: https://www.faraeditore.it/html/siacosache/ciancio.html

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